Il numero di palestinesi e cittadini arabi uccisi dalle forze d’occupazione israeliane o dai coloni ebrei dall’inizio dell’Intifada di Gerusalemme, avvenuta all’inizio di ottobre 2015, è salito a 314 in seguito alla morte del 15enne Ra’ed Radaida.
Secondo il rapporto rilasciato martedì dal centro al-Quds per gli studi israelo-palestinesi, in 301 casi si è trattato di uccisioni extragiudiziali, mentre altre 13 persone sono morte a causa delle ferite d’arma da fuoco riportate.
Fra i morti si contano 85 minorenni e 29 donne.
Il più giovane dei bambini uccisi è Mohamed Thwabta, di appena tre mesi, morto dopo aver inalato il gas lacrimogeno sparato dai soldati israeliani nella cittadina di Beit Fajjar, a Betlemme.
Secondo il report, sette corpi sono ancora trattenuti dall’autorità d’occupazione israeliana, che rifiuta di rilasciarli come misura punitiva.
Tre dei morti provenivano da altri paesi arabi; uno dal Sudan e due dalla Giordania.
Nella maggior parte dei casi sono stati uccisi con l’accusa di aver attaccato, o cercato di attaccare, degli israeliani, o durante degli scontri con le forze d’occupazione.
Agenzia stampa Infopal - www.infopal.it